16 visitatori online

Ringraziamenti

  • Slavisa Pesci
  • Anna Coffrini
  • Daniele Cerutti
  • Fabio Perboni
  • Stefano Cassinelli
  • Enrico Proserpio
  • Giorgio Vailati
  • Francesco Piccioli

Partners

La Giovinezza (1452–1481) PDF Stampa E-mail

La Biografia di Leonardo Da Vinci

La giovinezza (1452–1481) - A Milano (1482–1500) - Il ritorno a Firenze (1501–1508) - Gli ultimi anni (1509–1519)


La Giovinezza (1452–1481)
Leonardo fu figlio naturale di Caterina e del notaio ser Piero da Vinci, di cui non è noto il casato; il nonno paterno Antonio, anch'egli notaio, scrisse in un suo registro: «Nacque un mio nipote, figliolo di ser Piero mio figliolo a dì 15 aprile in sabato a ore 3 di notte (attuali 22.30) [...] Ebbe nome Lionardo. Battizzollo Piero di Bartolomeo da Vinci, in presenza di Papino di Nanni, Meo di Torino, Pier di Malvolto, Monna Lisa di Domenico di Brettone» e nel catasto di Vinci, nelle note dell'anno 1457, si riporta che il detto Antonio aveva 85 anni ed abitava nel popolo di Santa Croce, marito di Lucia, di anni 64, e aveva per figli Francesco e Piero, d'anni 30, sposato ad Albiera, ventunenne, e con loro convivente era «Lionardo figliuolo di detto ser Piero non legiptimo nato di lui e della Chataria al presente donna d'Achattabriga di Piero del Vacca da Vinci, d'anni 5».

Nel 1462, a dire del Vasari, il piccolo Leonardo era a Firenze con il padre Piero che avrebbe mostrato all'amico Andrea del Verrocchio alcuni disegni di tale fattura che avrebbero convinto il maestro a prendere Leonardo nella sua bottega già frequentata da futuri artisti del valore di Botticelli, Ghirlandaio, Perugino e Lorenzo di Credi; in realtà l'ingresso di Leonardo nella bottega del Verrocchio fu posteriore.

Il nonno Antonio morì novantaseienne nel 1468 e negli atti catastali di Vinci Leonardo, che ha 17 anni, risulta suo erede insieme con la nonna Lucia, il padre Piero, la matrigna Francesca, e gli zii Francesco e Alessandra. L'anno dopo la famiglia del padre, divenuto notaio della Signoria fiorentina, insieme con quella del fratello Francesco, che era iscritto nell'Arte della seta, era domiciliata in una casa fiorentina, abbattuta già nel Cinquecento, nell'attuale via dei Gondi. Nel 1469 o 1470 Leonardo fu apprendista nella bottega di Verrocchio.

Nella Compagnia dei pittori fiorentini di San Luca Leonardo fu menzionato per la prima volta nel 1472; il 5 agosto 1473 Leonardo data la sua prima opera certa, il disegno con una veduta a volo d'uccello della valle dell'Arno, oggi agli Uffizi. Intorno a quest'anno dovrebbe essere datato anche l'angelo, in primo piano a destra, e il paesaggio del Battesimo di Cristo degli Uffizi; il complesso dell'opera è stato attribuito al Botticini, al Verrocchio e a Botticelli.

Proviene dalla bottega del Verrocchio la contemporanea Annunciazione, degli Uffizi, ma sulla sua paternità – se pure può considerarsi di unica mano – la critica si è divisa fra i nomi degli allievi Leonardo e Domenico Ghirlandaio. Ma l'Angelo annunciante appare prossimo alla fattura dell'angelo del Battesimo ed esistono due disegni certi di Leonardo, uno Studio di braccio alla Christ Church di Oxford e uno Studio di drappeggio al Louvre che fanno preciso riferimento, rispettivamente, all'arcangelo e alla Vergine: se vi è nel dipinto semplificazione e convenzionalità di composizione, queste possono ben essere attribuite alla relativa inesperienza e alla necessità di concludere, esigenza lontana dal suo spirito, un'opera della quale non poteva attribuirsi la piena responsabilità.

Dal 1474 al 1478 risalgono il Ritratto di donna di Washington, identificata con Ginevra Benci - così si spiega il ginepro dipinto alle sue spalle - nata nel 1457 e andata sposa il 15 gennaio 1474 a Luigi di Bernardo di Lapo Nicolini, e la Madonna Benois di San Pietroburgo, opera che il Bocchi, nel 1591, menzionava nella casa fiorentina di Matteo e Giovanni Botti, «tavoletta colorita a olio di mano di Leonardo da Vinci, di eccessiva bellezza, dove è dipinta una Madonna con sommo artifizio et con estrema diligenza; la figura di Cristo, che è bambino, è bella a maraviglia: si vede in quello un alzar del volto singolare et mirabile lavorato nella difficultà dell'attitudine con felice agevolezza», descrizione che potrebbe riferirsi anche alla Madonna del garofano di Monaco di Baviera, che per l'originalità compositiva e la ricerca del rilievo appare svincolata da ogni influsso della bottega del Verrocchio.

L'8 aprile 1476 venne presentata una denuncia anonima contro diverse persone, tra le quali Leonardo, per sodomia consumata verso il diciassettenne Jacopo Saltarelli. Anche se c'era una certa tolleranza verso l'omosessualità nella Firenze dell'epoca, la pena prevista in questi casi era severissima, addirittura il rogo. Oltre a Leonardo, tra gli altri inquisiti vi erano Bartolomeo di Pasquino e soprattutto Leonardo Tornabuoni, giovane rampollo della potentissima famiglia fiorentina dei Tornabuoni, imparentata con i Medici. Secondo certi studiosi fu proprio il coinvolgimento di quest'ultimo che avrebbe giocato a favore degli accusati. Il 7 giugno, l'accusa venne archiviata e gli imputati furono tutti assolti "cum conditione ut retumburentur", salvo che non vi siano altre denunce in merito.

Ormai pittore indipendente, il 10 gennaio 1478 ricevette il primo incarico pubblico, una pala per la cappella di San Bernardo nel palazzo della Signoria; incassò dai Priori 25 fiorini ma forse non iniziò nemmeno il lavoro, affidato allora nel 1483 a Domenico Ghirlandaio e poi a Filippino Lippi, che lo completò nel 1485; quello stesso anno scrive di aver cominciato due dipinti della Vergine, uno dei quali si pensa possa essere la Madonna Benois.

Ancora al 1478 è datata la piccola Annunciazione del Louvre, probabilmente parte della predella della Madonna con Bambino e santi di Lorenzo di Credi del Duomo di Pistoia, che avrebbe compreso anche la Nascita del Bambino del Perugino, ora all'Art Gallery di Liverpool e il San Donato e il gabelliere dello stesso Lorenzo, ora all'Art Museum di Worcester. L'unità di composizione, la coerenza e l'individualità della piccola tavola, posteriore ma lontana dall'Annunciazione di Firenze, ne confermano l'attribuzione concorde a Leonardo. Intanto, almeno dal 1479 non viveva più nella famiglia del padre Piero, come attesta un documento del catasto fiorentino.

Un disegno di impiccato, con annotazioni, conservato al Musée Bonnat di Bayonne, viene collegato all'impiccagione, avvenuta a Firenze il 29 dicembre 1479, di Bernardo Bandini, sicario di Giuliano de' Medici. Nel 1480, secondo l'Anonimo Gaddiano, Leonardo «stette [...] col Magnifico Lorenzo et, dandoli provisione per sé, il faceva lavorare nel giardino sulla piazza di San Marco a Firenze»: l'acquisto del terreno da parte di Lorenzo fu di quell'anno e pertanto Leonardo dovette eseguirvi lavori di scultura e restauro.

Se dell'incompiuto San Gerolamo della Pinacoteca Vaticana non si ha nessuna testimonianza documentaria, dell'Adorazione dei Magi, ora agli Uffizi, si sa che gli fu commissionata nel marzo 1481 dai monaci di San Donato a Scopeto, come pala dell'altare maggiore, da compiere entro trenta mesi; ma Leonardo non la consegnò mai e fu sostituita con un dipinto dello stesso soggetto, opera di Filippino Lippi.

L'opera, rimasta allo stato di abbozzo, in giallolino e bistro, fu lasciata da Leonardo, in partenza per Milano, all'amico Amerigo Benci, il padre di Ginevra, nel 1482. In essa, «nulla rimane dell'Epifania tradizionale, e ai pastori e ai re è sostituita la più vasta moltitudine delle mani, dei volti intensamente caratterizzati, dei panni guizzanti da un lato fuori dalle ombre della siepe umana, succhiati dall'altro da un sospeso pulviscolo luminoso. Non sono magi, non sono guardiani d'armenti: sono le creature viventi, tutte le creature con la fede e col dubbio, con le passioni e con le rinunce della vita, aureolate dalla luce creatrice di questo capolavoro in cui il colore non avrebbe luogo» (Angela Ottino).

 
Home La Biografia La Giovinezza (1452–1481)